TERAMO – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è arrivato alla basilica di Collemaggio all’Aquila, per assistere alla messa in suffragio delle 309 vittime del terremoto del 2009. Il capo dello Stato è accompagnato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Appena sceso dall’auto,
il presidente si è diretto verso le transenne dove lo attendevano i famigliari delle vittime. Accanto a lui ci sono il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i presidenti della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e della Provincia dell’Aquila, Antonio del Corvo. Napolitano, appena arrivato, ha stretto la mano, tra gli altri, al giornalista Giustino Parisse, che nel sisma di due anni fa ha perso i due figli e il padre. Accompagnato da un breve applauso della folla, sulla soglia della basilica è stato accolto dall’arcivescovo metropolita dell’Aquila, Giuseppe Molinari, e dal vicario Giovanni D’Ercole. Poi è entrato per partecipare alla funzione. "Nessuno italiano ha mai cancellato neanche per un solo momento dalla sua memoria la tragedia del terremoto che due anni fa ha colpito questa bellissima città dell’Aquila. Non credo che gli aquilani
debbano temere di essere dimenticati", ha detto il presidente della Repubblica davanti alla Basilica di Collemaggio. A dimostrazione dell’attenzione costante del Paese, Napolitano ha sottolineato che la sua presenza oggi non è a titolo personale ma istituzionale, "e la conferma di come gli italiani siano e siano stati sempre vicini e solidali. Per fortuna – ha aggiunto – la coscienza civica del nostro Paese e degli italiani non è al di sotto del dovere, del ricordo e della vicinanza". Nel momento della tragedia, ha ricordato il Capo dello Stato, attorno a L’Aquila colpita dal sisma "abbiamo visto impegnati la popolazione, i cittadini con il concorso di altre città in uno sforzo straordinario per la sopravvivenza e il rilancio. Sappiamo che le questioni di prospettiva sono complesse, ma deve essere chiaro che per noi L’Aquila vale quanto la più grande delle città storiche del nostro Paese. Di
città storiche ne abbiamo di grandi, di medie e di piccole quanto a dimensioni, e tutte costituiscono un tesoro del nostro Paese che è riconosciuto in campo internazionale. Dobbiamo guardare anche con questo occhio all’avvenire dell’Aquila che ha bisogno non solo del lavoro, dello studio, delle attività quotidiane dei suoi cittadini, ma anche della rinascita di questo bellissimo centro storico". Prima di entrare in chiesa, Napolitano ha salutato una rappresentanza dei familiari delle vittime del corpo dei volontari e degli studenti che pagarono un alto tributo di vittime con il crollo della casa dello studente. Gli studenti erano commossi. "E’ importante questa loro emozione?" – gli è stato chiesto -. "Se emozione significa, come significa, capacità di riflessione e di coinvolgimento anche umano e sociale, non può che essere un dato positivo".